Cronaca

Diritto di cronaca e rispetto del dolore, quale confine? Lettera aperta di una figlia

La Redazione
Quando un evento tragico acquista una dimensione pubblica e diventa oggetto di interesse per la cronaca
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“A te che hai avuto una doccia ghiacciata, un dolore inaspettato. A te, a cui è stato strappato l’affetto di un padre, un fratello o un amico. A te che ti sei trovato davanti a un corpo esanime coperto da un telo, corpo che hai riconosciuto essere di una delle colonne portanti della tua vita. A te che sei crollato sentendoti dire “avresti preferito vederlo prima, in quella situazione?”. Parole che rimbombano nella mente insistentemente e sempre più forti, parole che diventano un’ascia quando quel corpo lo vedi lì, nel pieno di quella nefasta dinamica in foto”. Quando un evento tragico acquista una dimensione pubblica e diventa oggetto di interesse per la cronaca, nel meccanismo bulimico dell’informazione attuale che tutto divora e rigurgita a velocità impressionante, che valore ha, se ne ha ancora, il rispetto per il dolore dei familiari? Nella giornata dedicata a tutti i papà, una figlia si interroga e ci interroga tutti, a poche ore dalla perdita del suo papà in un incidente stradale. Lei è Giuliana Divittorio e scrive:

“Lo chiamavano diritto di cronaca, diritto che trova le sue radici nella costituzione e trova attuazione nell’articolo 51 del codice penale. Diritto. É un diritto e come tale va difeso con le unghie e con i denti.

Il diritto di non vedere il braccio penzolante del tuo più grande affetto senza vita chi lo ha difeso?

Pudore, questo sconosciuto, perso tra le logiche dell’informare a tutti i costi. Ma alla fine, a quale costo umano?

Io la chiamo mancanza di capacità di valutazione di chi con sguardo esterno e oggettivo dà in pasto un evento di cronaca alla collettività oltrepassando il limite del pudore, del rispetto della morte. Tanto succede agli altri, tanto non tocca mai a te.

Lo dedico a te, a te che hai il dovere di informare, a te a cui voglio dare uno spunto per riflettere sull’importanza sottovalutata del tuo compito.

Racconta, sii preciso e oggettivo. Ascolta attentamente, valuta come agire seguendo il tuo istinto e la tua esperienza. Fermati un attimo prima di cliccare sull’invio. Avresti fatto quello che stai per fare se la cosa ti avesse toccato personalmente?”.

lunedì 19 Marzo 2018

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lucia S.
lucia S.
6 anni fa

Gent.ma Sig.Giuliana Le invio le mie più sentite condoglianze, ma al dolore non c'è mai fine purtroppo, perchè in questa socetà ci sono degli sciacalli che ne approfittano per sfruttare il dolore degli altri per ottenere altri fini a proprio vantaggio , questi si chiamano SCIACALLI!!!!!! quelli che ti rubano l'nima, l'affetto ,l'amore di una persona cara che ti è venuto a mancare senza rispettare il dolore degli altri, solo per scrive un articolo e guadagnare pochi centesimi o per mettersi in mostra. Lei ha ragione, ci sono purtroppo dei pseudo-giornalisti che non rispettano il dolore degli altri, ma abusano di un diritto quello di cronaca non sapendo cosa significa, che rasentono la diffamaziuone, gentaglia che non rispetta fatti afferenti la vita privata degli individui attinti daldolore

luciaS
luciaS
6 anni fa

questa gentaglia io li chiamo sciacalli , rubano l'anima, il cuore, la vita , non sa discernere il diritto di cronaca e isuoi limiti, i limite dela continenza, della forma, il limite della obiettività completa emai frammentaria, idonea a fornire al pubblico tutti gli elementi idonei affinchè ciascuno possa formarsi un'opinione corretta sul fatto come è avvenuto (ma qualcuno la butta sui soldi che vuole avere per fare la strada più grande, per dei fini subdoli, questa è gente che non merita nulla), il diritto di cronaca deve avere finalità che devono attenersi al fatto obiettivamente accertato, l'informazione non deve essere sempre obiettiva , completa e mai frammentaria.
Mi fermo qui per rispettare il Suo dolore cosa che altri non sanno o fanno finta di non sapere.
Tutto il mio rispetto.