Attualità

Ora di religione cattolica a scuola,l’UAAR Bat chiede la garanzia di attività didattiche alternative

La Redazione
L'Unione Atei Agnostici Razionalisti della provincia Bat scrive ai dirigenti scolastici
scrivi un commento 223

Con l’inizio dell’anno scolastico torna attuale il dibattito sull’ora di religione nelle scuole. Secondo l’ultimo dato Cei 2017 a riguardo la percentuale degli studenti che seguono l’ora di religione cattolica nelle scuole italiane è dell’88% (la ricerca ha coinvolto 3 mila insegnanti di religione e oltre 20 mila studenti). Percentuale in calo negli ultimi 25 anni, basti notare che nell’a.s.1993-94, il primo delle rilevazioni annue effettuate dalla Conferenza episcopale, gli studenti che si avvalevano dell’insegnamento della religione cattolica erano il 93,5%. Uno scenario nuovo, influenzato da una società in mutamento, sul quale è giusto riflettere.

E’ intervenuto in merito Giuseppe Ruggieri, coordinatore del circolo UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti) della Bat, che ha inviato una lettera ai dirigenti delle scuole del territorio:

“Siamo particolarmente sensibili al principio di laicità della scuola pubblica, valore a noi caro e “principio supremo” secondo la Corte Costituzionale ma purtroppo costantemente messo in discussione – ha esordito -. Un campo, quello dell’educazione pubblica, spesso caratterizzato da numerose quanto inopportune attività religiose (messe, benedizioni) a volte proprio in orario scolastico; ma soprattutto, dal punto di vista dello studio delle diverse filosofie di vita, che è campo esclusivo dell’insegnamento della religione cattolica (IRC).

Eppure non si può non rilevare come la nostra sia una società in grande mutamento. Secondo la stessa CEI infatti, gli studenti che non si avvalgono esplicitamente dell’insegnamento della religione cattolica sono già il 12% del totale, ovvero circa 900 mila alunni – ha sottolineato Ruggieri -. Numeri impensabili fino a qualche decennio fa e in costante crescita, almeno per due motivi: la secolarizzazione della società (fenomeno che riguarda tutto l’occidente) e l’aumento di studenti di origine straniera. Persone alle quali dovrebbe essere, secondo legge, garantito di frequentare attività didattiche e formative (cosiddetta “ora alternativa”) quando non sia richiesto lo studio di materie scolastiche o l’uscita anticipata. Ancora oggi alla nostra associazione arrivano numerose segnalazioni di questo diritto negato ma riconosciuto dalla legge e ampiamente confermato dalla giurisprudenza, che deve essere garantito anche se c’è una sola richiesta, oppure di discriminazioni verso chi fa questa scelta, come abbiamo visto in Italia sempre più numerosa.

Le alternative all’ora di religione cattolica e gli esempi virtuosi ci sono – propone Ruggieri -. Portiamo i casi recenti riportati dalla stampa, come quello della scuola primaria “Baracca” di Firenze con il progetto “I diritti dei bambini”, dei corsi “Diritti e Costituzione” e “Fare filosofia” della “Longhena” di Bologna, o dell’iniziativa “Diritti umani” del liceo “Visconti” di Roma. A Bologna infine, dove le scuole offrono costantemente corsi alternativi alla IRC, quest’anno i bambini e le bambine hanno lavorato su “educazione interculturale e cittadinanza” presso la primaria “Tempesta”. Diversità, integrazione, cittadinanza, diritti, filosofia: sono questi i temi più presenti nelle attività “alternative” nelle scuole italiane e che potrebbero ispirare anche i corsi delle scuole della nostra provincia, laddove non siano stati già attivati. La nostra associazione rimane a disposizione, anche dal punto di vista legale, di quelle famiglie che lo richiederanno ma anche Vostra, sempre disponibili a risolvere qualsiasi problema inerente a quanto di nostra competenza e aperti al confronto per favorire la crescita e l’arricchimento reciproco.”

sabato 30 Settembre 2017

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Giovanna murano
Giovanna murano
6 anni fa

Ai dirigenti scolastici non piace l'ora alternativa per tanti ovvi motivi,probabilmente ne sottovalutano la valenza educativa e poi crea tanti problemi organizzativi.Parte di colpa ne hanno anche i genitori che non si informano dei loro diritti .la mia domanda è :può un dirigente assegnare l'ora a quelli del potenziamento o togliere l'ora di compresenza per trasformarla in ora alternativa?