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Il binario della giustizia. Dove sono i risarcimenti per le famiglie delle vittime e i feriti?

La Redazione
L'intervista a Renato Bucci, legale rappresentante delle famiglie di due vittime e di due passeggeri rimasti feriti
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Non solo ricordo. Dal 12 luglio 2016 c’è un binario parallelo, invisibile a molti, su cui forse si viaggia più lenti. È quello delle famiglie delle vittime e dei feriti che chiedono giustizia, per l’ennesima tragedia che non doveva accadere.

Ieri abbiamo fatto il punto sulle indagini: errori umani, sistema di sicurezza obsoleti, ma probabilmente anche problemi organizzativi. Oggi diamo voce a chi dalla giustizia aspetta risposte. Abbiamo intervistato l’avvocato Renato Bucci, legale rappresentante di due famiglie delle vittime e di due passeggeri rimasti feriti.

A che punto sono i risarcimenti di Ferrotramviaria?
«I destini delle diverse pratiche si sono divisi – spiega Bucci – Da un lato ci sono quelle legate ai familiari di chi nel disastro ferroviario ha perso la vita, dall’altro quelle di chi porterà per sempre i segni di quel tragico incidente».

Nel primo caso, almeno gli assistiti di Bucci, hanno «rinunciato ai risarcimenti per avere parte attiva nel processo. Quello che a loro interessa è fare chiarezza sulle responsabilità: se avessero accettato il denaro non avrebbero più potuto farlo». Le prime offerte ricevute dalle famiglie delle vittime «erano risibili».

Si parlava di «23mila euro ma, va precisato, è la legge che lo prevede: nella prima fase dell’istruttoria si fa riferimento al valore minimo riportato nella “Tabella di Milano”. Quella somma si riferisce alla situazione base dei fratelli uniti solo dal legame di sangue che però non avevano un rapporto affettivo. Per capire quale sarebbe stato l’importo avremmo dovuto procedere con la trattativa».

Molte tra le persone rimaste ferite invece «sono state contattate da Spada, la società incaricata della gestione delle richieste risarcitorie indirizzate alla Ferrotramviaria spa». Alcuni casi «sono stati già risolti» mentre altri, tra cui gli assistiti di Bucci, sono in fase di istruttoria: «sto aspettando la relazione conclusiva dei medici, Spada a sua volta l’attende da me. Le lesioni, come si può bene immaginare, per alcuni si stanno consolidando, per altri stanno guarendo. Solo in base al referto medico si potrà quantificare il giusto risarcimento».

Si può definire del tutto superata la questione relativa al titolo di viaggio: «non è e non può assolutamente essere considerata come conditio sine qua non per accedere al risarcimento. I passeggeri che non hanno conservato il biglietto oppure lo hanno (comprensibilmente) smarrito in seguito all’incidente, non vedranno rifiutata la loro richiesta di risarcimento per tale motivo» aveva precisato Spada a settembre.

Che fine hanno fatto i 10 milioni di euro stanziati dal Governo?
«Le famiglie delle vittime hanno ricevuto 200mila euro ciascuno. Ad essere ferma invece è la procedura per la quota parte destinata ai feriti» spiega Bucci. «Mancano le istruttorie: non esiste una commissione centrale, e nemmeno una periferica, che se ne stia occupando. O almeno, a me ed ai miei assistiti, non ne è giunta notizia».

Sulla scorta di quanto accaduto a Viareggio, Bucci si è fatto promotore anche di un emendamento di legge: «se la vittima ha tra i propri parenti solo fratelli non conviventi il contributo statale va a loro, in base a un criterio di priorità. Ad oggi la norma non prevede questo, dà diritto solo al nucleo familiare delle vittime».

mercoledì 12 Luglio 2017

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